
Sinusite o rinite allergica?
Sinusite è naso chiuso, prurito, starnuti frequenti. Tutti questi sintomi, generalmente associati ad un’influenza stagionale, potrebbero nascondere un disturbo più complesso e difficile da debellare.
La diagnosi della sinusite è una delle più ostiche per i medici, proprio perché la sintomatologia è molto simile a quella di un raffreddore stagionale o di un raffreddore da fieno, legato al periodo delle allergie.
Una reazione allergica ambientale si manifesta facilmente con l’irritazione delle mucose nasali, portando per l’appunto a starnutire frequentemente, ad avvertire un fastidioso prurito continuo nel naso e nella gola, e alla sensazione di aver un naso chiuso e secco.
Si tratta più spesso di rinite allergica, ossia di una reazione passeggera legata proprio al momento del picco stagionale, di solito all’inizio della primavera.
Quando si parla, allora, di sinusite, anziché di rinite allergica?
Confondere le due patologie è molto comune, proprio perché si manifestano allo stesso modo. Una prima discriminante è la durata. La rinite è legata alla sua stagione di riferimento delle allergie, la sinusite va oltre questo periodo e può durare anche per molti mesi.
Si può definire la sinusite come un’evoluzione, nonché una complicazione, della rinite, e consiste in un’infiammazione dei seni paranasali, mucose presenti nella parte profonda del naso, i quali, gonfiandosi, ostruiscono il corretto passaggio dell’aria.
Altri sintomi possono essere la presenza di muco bianco e un naso secco e crostoso, con frequenti perdite di sangue, anche di piccola entità.
Mentre la sinusite acuta dura all’incirca tre settimane, una sinusite cronica può prolungarsi fino a tre-quattro mesi, specie se non curata in maniera corretta; può inoltre ripresentarsi più volte durante l’anno, diventando così una sinusite ricorrente.
Per accertare la patologia, i medici ricorrono ad indagini specifiche che possono confermare l’ingrossamento dei seni paranasali, come la radiografia cranio o, ancor meglio, una TAC.