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Quali sono le cause del bruxismo?

Il bruxismo è una patologia che esiste da moltissimo tempo, ma soltanto recentemente si è cominciato a monitorare questa condizione per prevenirne i danni.

Che cos’è il bruxismo?

Il bruxismo è un disturbo che porta a digrignare ripetutamente i denti, causando uno sfregamento tra l’arcata superiore e l’arcata inferiore. Chiunque può soffrire di bruxismo, indipendentemente dall’età e dal sesso. Tale comportamento può avvenire di giorno oppure di notte, in particolar modo durante il sonno profondo.
Il bruxismo può provocare alcuni danni: ad esempio, lo smalto potrebbe deteriorarsi, oppure si può assistere ad una vera e propria usura dei denti, ma può causare anche dolore alla mandibola e cefalea.

Come si manifesta

Il bruxismo può essere diurno o notturno, ma si ritiene che il bruxismo notturno sia la forma più diffusa di questo disturbo, anche se spesso non viene diagnosticato e molti pazienti non sono consapevoli di soffrirne.
Il bruxismo diurno è più frequente nelle donne, mentre il bruxismo notturno non presenta alcuna differenza di genere. Solitamente si manifesta nei bambini, e diminuisce con il passare dell’età. Durante il sonno vengono a mancare i riflessi neuromuscolari protettivi, attivi durante le ore di veglia: ciò conduce ad un sovraccarico dei denti, dei muscoli della masticazione e dell’articolazione temporo-mandibolare.

Quali sono le cause del bruxismo?

Le cause del bruxismo sono molteplici, ma principalmente sono cause morfologiche, psicologiche o neurologiche.
A livello morfologico troviamo difetti dell’occlusione mandibolare o difetti di masticazione. Tutto ciò può dipendere da impianti dentali, otturazioni, capsule, o semplicemente dalla predisposizione genetica.
A livello psicologico, invece, il bruxismo può dipendere dallo stress, dall’ansia e dalle paure.
Tra le cause neurologiche possiamo trovare i disturbi del sonno, come, ad esempio, l’apnea ostruttiva del sonno. Chi soffre di questi disturbi è maggiormente predisposto a digrignare i denti durante la notte.
Alcune cattive abitudini, come fumo e alcol, possono favorire il bruxismo. Il fumo rende difficoltosa l’ossigenazione dei tessuti e fa aumentare i livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che interessa i circuiti neurali del movimento. Più nicotina si assume, più aumentano le probabilità di soffrire di bruxismo. L’alcol può disturbare il riposo notturno, dunque influenza il sonno anche aumentando l’attività dei muscoli della masticazione.

Conseguenze

Il bruxismo deve essere adeguatamente trattato per evitare la comparsa di alcuni sintomi (oltre all’usura dei denti), come ipersensibilità dentale, gengive infiammate, pulpite, dolori cervicali e cefalea.

Come smettere di digrignare i denti?

Solitamente si cerca di proteggere i denti, di ridurre i movimenti involontari e alleviare il dolore. L’approccio al bruxismo può essere farmacologico, psicologico oppure odontoiatrico.
Le benzodiazepine si sono dimostrate utili per il bruxismo notturno, permettendo una miglior qualità del sonno; non si possono però ignorare i rischi di sviluppare dipendenze e disturbi psicologici legati a questo tipo di trattamento; dunque, è consigliabile non utilizzare benzodiazepine a lungo termine. Nei casi più gravi si utilizzano farmaci precursori della dopamina (utilizzati per la malattia di Parkinson) e la tossina botulinica.
Attualmente si utilizza anche la stimolazione elettrogalvanica che induce il rilassamento dei muscoli.
La soluzione più diffusa, utilizzata soprattutto con i bambini per agire tempestivamente sul bruxismo, è il bite, un paradenti da indossare prima di andare a dormire.

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