
Intolleranze alimentari: i sintomi più comuni
Grano, uova, lieviti, frutta secca, soia, latte e latticini, sono alimenti comuni e spesso presenti nella dieta di ognuno. Per questo motivo spesso individuare l’origine di un malessere legato ad una intolleranza alimentare è difficile.
A soffrire di intolleranze alimentari, secondo alcuni studi, è circa il 3% degli italiani. Quali sono i sintomi più comuni? Gonfiore, senso di pesantezza, stanchezza, vomito, diarrea, a volte anche sangue nelle feci.
In generale, ciò che fa sospettare una intolleranza è uno stato di malessere che coinvolge principalmente l’apparato gastrointestinale. Spesso però si tratta di manifestazioni aspecifiche, ovvero che non possono essere direttamente collegate all’assunzione di cibo.
Comprendere il cibo che, in particolare, causa lo stato di malessere all’organismo non è semplice. Per questo si procede per gradi e tentativi. Sempre sotto il controllo di un medico specialistico si procede intanto con una dieta ad esclusione. Si tratta, solitamente, del primo approccio che il medico consiglia nella ricerca di specifiche intolleranze alimentari.
Uno speciale regime dietetico che si basa sull’eliminazione di un cibo o di gruppo di cibi sospetti (ad esempio i latticini). Per circa due settimane si sospende l’assunzione di quell’alimento per poi passare alla sua graduale reintroduzione. Nell’arco di due quattro settimane, si dovrebbe poter individuare il cibo o i cibi che provocano i sintomi. Il passo successivo, sarà quello di eliminare definitivamente quelle pietanze qualora il sospetto di una intolleranza si rivelasse concreto.
È consigliato anche ricorrere ai test, più specifici in merito alla individuazione delle intolleranze alimentari. Tramite i test classici, allergologici, è possibile escludere i cibi che provocano una risposta allergica.
Più nello specifico per individuare l’intolleranza al lattosio e al fruttosio si effettua il breath test, mentre per favismo e intolleranza all’alcool si effettuano particolari esami genetici. Nel caso, invece, di una sospetta intolleranza al glutine, si prosegue con una dieta ad esclusione e in seguito alla prescrizione dei test immunologici.