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Cos’è l’ibuprofene e in quali casi è indicato?

L’ibuprofene rientra nella categoria dei farmaci definiti come antiinfiammatori non steroidei. Questi farmaci agiscono su alcuni meccanismi che innescano dei processi infiammatori a carico dell’organismo.

La differenza tra i farmaci steroidei e i non steroidei

I farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), a differenza della controparte steroidea, non derivano da componenti ormonali come il cortisolo (per le pomate al cortisone). Essi vengono sintetizzati da composti come l’acido acetil-salicinico e si differenziano per alcuni importanti aspetti.
Dal punto di vista della funzionalità, gli anti-infiammatori non steroidei svolgono una funzione antidolorifica, antipiretica, antinfiammatoria; alcuni anche una funzione anti-aggregante, come per esempio l’aspirina.

La differenza principale risiede però nel processo chimico alla base della loro funzione. Gli antiinfiammatori steroidei agiscono sul blocco dei leucotrieni, mediatori dell’infiammazione di origine lipidica. I FANS, invece, agiscono sulle Ciclossigenasi 1 e 2 (COX-1 e COX-2), bloccando la produzione delle prostaglandine, altre tipologie di mediatori che vengono riscontrati in numerose zone del corpo umano.

Per quanto concerne l’ibuprofene, esso rientra nei FANS e in modo specifico nei farmaci antiinfiammatori ad effetto lieve, che bloccano in modo selettivo le COX-2. Questo li rende adatti al trattamento di una serie di sintomatologie poco gravi, ma comunque fastidiose.

L’unico effetto collaterale di nota entità è rappresentato a fenomeni erosivi a carico del tratto gastro-enterico, che possono portare nei trattamenti a lunga durata, a fenomeni isolati di diarrea o mal di stomaco. Alla fine si tratta di effetti collaterali esigui, a differenza dei farmaci di origine steroidea. Questi, infatti, possono dare origine ad una sindrome particolarmente complicata, ovvero la Sindrome di Cushing, che si manifesta con accumulo di massa grassa, ipertensione arteriosa, osteoporosi, depressione e invecchiamento generalizzato.

Per questo motivo l’impiego dell’ibuprofene risulta vantaggioso nel trattamento di lievi stati infiammatori.

Quando impiegare l’ibuprofene

L’ibuprofene può essere impiegato nel trattamento di stati infiammatori lievi, sia locali che sistemici, anche nei bambini con età superiore ai 3 anni.

In particolare il suo utilizzo è frequente negli stati febbrili, negli stati di algie al cranio (mal di testa) e negli stati infiammatori che coinvolgono il tratto orale o l’orecchio. Viene anche impiegato nel trattamento dei dolori mestruali e nei dolori muscolo-scheletrici di origine traumatica, come contusioni o DOMS (dolore muscolare tardivo) post allenamento.

Modalità di somministrazione

Altro vantaggio dell’ibuprofene è la sua versatilità, cioè la possibilità di impiegarlo per via locale o sistemica, sfruttando le diverse vie di somministrazione. Senza dubbio, la via più utilizzata è quella orale, mediante l’assunzione di compresse o granulati. Questa via permette di far arrivare il farmaco a livello sistemico ed è quindi utile nel caso in cui dovessimo trattare uno stato febbrile o infiammatorio che coinvolge l’orecchio interno, o anche per fenomeni di emicrania.

Nel caso in cui dovessimo attenuare un dolore secondario ad una contusione, potremmo optare per una soluzione topica, sfruttando la capacità della cute di assorbire alcune sostanze, tra cui le pomate, limitando gli effetti collaterali della somministrazione orale.

La quantità di farmaco non è importante per via topica, ma risulta importante per via orale o rettale e deve essere regolata in base all’età ed al peso del paziente. Normalmente in commercio sono presenti farmaci con dosaggio che va da 200 mg a 400 mg, i quali possono essere assunti ogni 4-6 ore. Per dosaggi maggiori (600-800 mg) non bisogna mai superare le tre somministrazioni giornaliere e devono essere prescritte obbligatoriamente da un medico.

Effetti collaterali

Se usato in eccesso, anche l’ibuprofene può causare diversi effetti collaterali, specialmente a livello del tratto digerente, come ulcere, diarrea, costipazione, nausea, vomito e nei casi peggiori sanguinamento gastrico.

Gli effetti collaterali sono dovuti ad un abbassamento della produzione del muco nello stomaco, che ha funzione protettiva contro i succhi gastrici, Al fine di limitarne gli effetti collaterali, l’ibuprofene, può essere assunto anche dopo i pasti.

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