
Le cause scatenati delle coliche renali
Nella popolazione italiana di età compresa tra i 20 e i 50 anni le coliche renali sono un fenomeno diffuso, che si presenta come un dolore forte all’addome e alla parte inferiore della schiena e spesso anche sui fianchi.
Per contrastarli è necessario idratarsi e assumere antidolorifici, in attesa che il dolore passi, ma ci sono trattamenti per ridurre la possibilità che si manifestino.
Come si riconoscono le coliche renali?
Sono un disturbo comune nella popolazione giovane-adulta, legato al transito di componenti solide e granulose, i calcoli, nei canali dei reni.
Secondo studi accreditati, tra il 5 e il 15% della popolazione ha avuto almeno una volta questo disturbo e la concentrazione massima, il 70%, è nella fascia di età compresa tra i 20 e i 50 anni, principalmente nei maschi, con un rapporto 2:1 rispetto alle femmine.
Inoltre, pur trattandosi di eventi sporadici, il rischio del caduta nell’arco di 5-7 anni è del 50% e quindi è una situazione da monitorare.
Quali sono le cause delle coliche renali?
Questo tipo di dolore si manifesta a causa del transito di corpuscoli solidi nei i canali della minzione e in particolare all’altezza dei reni, legati a scarsa produzione di urina e una dieta troppo ricca di proteine e sali minerali. I fattori scatenanti sono tanti:
Una minzione insufficiente con una produzione di urina inferiore a circa di 1 litro nell’arco di 24 ore, che espone al rischio di precipitazione di minerali e aggregazione e calcolosi.
- Una minzione insufficiente con una produzione di urina inferiore a circa di 1 litro nell’arco di 24 ore, che espone al rischio di precipitazione di minerali e aggregazione e calcolosi.
- Ipercalciuria, un problema legato all’eccessiva quantità di calcio nelle urine, maggiore di 250 mg H24.
- Iperparatiroidismo, oppure eccesso di vitamina D.
- Infiammazioni croniche e patologie anche gravi.
- Eccesso di acido urico, uno scarto del metabolismo delle proteine in una dieta con troppe proteine e sali con scarsità di fibre.
- Bassa idratazione, perché la soglia minima necessaria equivalente è quella di 1 litro d’acqua al giorno. Sotto questo livello le urine sono concentrate e i sali minerali possono formare concrezioni.
- Infezione delle vie urinarie, perché nel caso di infiammazioni le vie urinarie possono vedere un cambiamento del pH che conduce a solidificazione dei minerali presenti nell’urina, a esempio con infezione da Klebsiella.
- Obesità, diabete e ipertensione. Sono fattori predisponenti.
- Familiarità e predisposizione genetica alla nefrolitiasi
Quali sono i sintomi delle coliche?
- Nausea, anche accompagnata da vomito.
- Pallore improvviso
- Sangue nelle urine
- Difficoltà di minzione unita ad alto bisogno di urinare
- Febbre, se ci sono le infezioni
- Dolore pungente è molto acuto sotto le costole o spesso accompagnato anche ha una presenza sul fianco, raramente su tutti e due.
Come agire?
In caso di colica è importante bere acqua per favorire la dispersione dei granelli, prendere degli antidolorifici e mettersi a letto con la borsa dell’acqua calda.
Le coliche sono improvvise, nella maggior parte dei casi, accompagnate da febbre e vomito.
- Bisogna riportare l’idratazione a 2-2,5 litri al giorno, con acqua scarsamente minerale, povera di calcio e sodio, bevendo sempre a piccoli sorsi per evitare rigurgiti, a temperatura ambiente.
- Ridurre sale e proteine, in particolare quelle di carne conservata, incrementare le fibre con frutta e verdura, perché queste servono per la salute dei reni, ma anche per asportare i residui minerali attraverso le feci.
- Evitare alcolici e bibite gassate perché modificano il pH dell’urina.
- Ridurre lo stress che è una concausa importante.
Quali sono le terapie principali?
Per le coliche renali si usano i FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, che abbassano il dolore, gli antispastici che limitano le contrazioni e antidolorifici oppiacei, che però vengono soltanto dati strettissimo controllo medico e solo in casi particolarmente gravi. A volta anche antibiotici, ma esclusivamente nel caso in cui ci sia un’infezione scatenante.